E così siamo arrivati alle finali di questa, particolare, edizione dei Mondiali: nella sfida valevole per il 3° posto, vittoria per 2 a 1 della Croazia sul Marocco, ma l’attenzione globale era per Domenica 18 Dicembre, Iconic Stadium di Losail, la definizione totale tra 2 scuole calcistiche, diverse ma per certi aspetti simili tra loro, Argentina e Francia.
Lionel Scaloni, allenatore quasi per caso, messo lì dopo l fracasso in Russia di Sampaoli, ha guadagnato credibilità parlando poco, ma lavorando tanto e si presenta a questa finale, con grandissima solidità, da tecnico vincente, avendo incamerato lo scorso anno la Copa America, dopo un’attesa di ben 28 anni. Il suo 11 titolare, ancora una volta, sorprende, infatti davanti al Dibu Martinez in porta, difesa a 4 da destra Molina, Romero, Otamendi e Tagliafico, con Acuna inizialmente in panchina per noie muscolari, a centrocampo Enzo Fernandez volante, ai suoi lati Mac Allister e De Paul, torna dal primo minuto El Fideo Di Maria, che parte a sinistra, poi davanti Lionel Andres Messi, alla 26esima presenza in un Mondiale, record assoluto e Julian Alvarez.
Didier Deschamps, ct francese, arriva alla sfida con l’11 tipo, quindi capitan Lloris in porta, difesa a 4 da destra Koundé, Varane, Upamecano e Theo Hernandez, centrocampo con Rabiot e Tchouameni, linea di trequatisti con Dembelé, Griezmann e Mbappé a supporto di Olivier Giroud.
Agli ordini dell’arbitro polacco Marciniak, comincia l’incontro nella consueta “cancha” qatariota, quasi un possedimento sonoro del tifo argentino. Al 5°, sponda di tacco di Julian Alvarez, destro di Mac Allister, centrale, facile per Lloris. Argentina più alla ricerca dell’azione manovrata, attraverso un ragionato possesso palla, mentre la Francia è più attendista, per sfruttare l’arma delle ripartenze, potenzialmente letali con due elementi in fascia come El Mosquito Dembelé ed il 10 parigino Mbappé. Al 16°, De Paul ruba palla ad uno, stranamente, timido Theo Hernandez, dialogo con Messi, cross dell’ex Udinese, sfera in area che arriva sul destro di Di Maria,no proprio il suo piede nobile, palla altissima. Al 21°, primo momento di svolta dell’incontro: calcio di rigore per l’Argentina, sulla sinistra Di Maria è letale, lascia a spasso Koundé, si beve anche Dembelé che, all’ingresso in area, lo tocca, lievemente, ma in maniera sufficiente per provocarne la caduta e quindi il conseguente penalty. Messi sul dischetto, palla da una parte, portiere dell’altra ed Argentina in vantaggio. In questa fase dell’incontro, sono tantissimi gli errori banali, anche su appoggi all’apparenza elementari per calciatori di questo livello, da parte dei francesi, totalmente fuori partita. Al 36°, quasi naturalmente, arriva il raddoppio sudamericano, azione che parte dalla propria trequarti, tutta di un tocco, Molina per Messi, dal 10 ad Alvarez, l’Arana serve Mac Allister, cambio totale di fascia da parte dell’ex Argentinos Juniors, sfera che raggiunge Di Maria, sinistro incrociato del Fideo e 2 a 0 ampiamente legittimo per la Seleccion. Al 40°, Deschamps prova a scuotere i suoi, con ben 2 cambi, fuori un impalpabile Giroud, forse non al 100% fisicamente e Dembelé, totalmente fuori contesto e dentro Kolo Muani e Thuram, con i 2 neo entrati che si posizionano sulle fasce, mentre Mbappé scala al centro dell’attacco. Nei 7 minuti di recupero, concessi per un infortunio a Lloris su un corner, non accade nulla, per cui all’intervallo le 2 squadre vanno al riposo con l’Argentina avanti 2 a 0.
Stessi 22 in campo alla ripresa del gioco, subito al 46° precisa verticalizzazione del solito, granitico, Enzo Fernandez, vero dominatore della mediana, si invola l’altro pupillo del centrocampo argentino Alexis Mac Allister, ma una tempestiva uscita bassa di Lloris, sventa la possibile minaccia. Al 49°, cross di Di Maria, al volo destro di De Paul, centrale, blocca Lloris. Al 58°, sempre El Fideo, stavolta per Julian Alvarez, sinistro da posizione defilata, Lloris respinge proteggendo il 1° palo. Al 60°, numero di un incontenibile Di Maria sulla sinistra, dove Koundé viene pressoché sempre bullizzato, palla al centro, velo di De Paul per l’accorrente Messi, che conclude col destro a lato, ostacolato da Rabiot in copertura. Un’ora di gioco e della Francia nemmeno un’idea, un abbozzo di manovra, tanto meno azioni pericolose. Al 63°, forse parecchio in anticipo, per la tipologia di cambi, fuori El Fideo Di Maria, sempre decisivo nelle partite che contano, a segno oggi ed a segno, con la rete decisiva, nell’ultima finale di Copa America, dentro l’Huevo Marcos Acuna. Al 70°, primo tiro verso la porta da parte della Francia, con un destro di Mbappè, che termina alto. Subito dopo, 3° e 4° avvicendamento per i transalpini, fuori Theo e Griezmann, dentro Coman e Camavinga. Al 72°, la solita naturale grazie di Leo Messi ad ubriacare con i suoi movimenti gli avversari, palla ad Enzo Fernandez, destro del centrocampista ex River, centrale per Lloris. Ancora una volta, i due chicos del centrocampo albiceleste, Fernandez e Mac Allister, al loro primo mondiale, si dimostrano come due prospetti solidissimi, con movimenti e letture tattiche degne di campioni ultratrentenni. Al 78°, primo errore difensivo della Seleccion, ne approfitta la Francia, Otamendi si addormenta in chiusura e strattona, lievemente, in area Kolo Muani: penalty per Francia, Mbappé batte Martinez, che tocca la sfera ma non basta ad evitare il 2 a 1. Tempo 120 secondi e tornano gli spettri del quarto di finale contro l’Olanda, Coman ruba palla a Messi, sfera che arriva a Rabiot, combinazione Mbappé – Kolo Muani, conclusa con un destro al volo in mezza girata del talentissimo del Psg, Dibu non può nulla e clamorosamente, fino a 3 minuti prima, Francia sul 2 a 2. Questo è il calcio, forse abusiamo di questa espressione, ma veramente nessuno, forse neanche gli stessi Blues credevano a questo esito, così immediato. L’inerzia della partita è totalmente cambiata, ma non accade più nulla, neanche negli 8 minuti di recupero, per cui tutti ai tempi supplementari.
Tempi addizionali che si aprono con un cambio per la Seleccion, fuori Molina e dentro El Cachete Montiel, poco dopo colpo nella zona della testa per Rabiot, sostituito da Fofana, per cui questa sostituzione non sarà conteggiata tra quelle ordinarie. Al 102°, nell’Argentina fuori gli esausti De Paul e Julian Alvarez, dentro Leo Paredes e Lautaro Martinez. Al 104°, palla per lo stesso Toro de Bahia Blanca, destro deviato in corner, poi non accade più nulla, con il 1° tempo supplementare che termina sul 2 a 2. Comincia la seconda frazione aggiuntiva, al 107° sinistro centrale di Messi, blocca Lloris. Al 108°, nuovo vantaggio argentino, lancio di Montiel per Lautaro, dialogo con Messi che manda in area l’attaccante ex Racing, destro respinto da Lloris, sui piedi dell’accorrente Messi, che col destro ribadisce in rete, nonostante la respinta di Koundé, ampiamente oltre la linea. Attimi di suspense dal var, per la posizione di Lautaro, che poi al check risulta totalmente regolare. Al 113°, fuori per infortunio Varane, dentro Konaté, al 115°, nell’Argentina fuori Mac Allister e dentro Pezzella, al 116° ennesimo colpo di scena di questa finale epica, azione di corner per la Francia, palla che arriva a Mbappé, destro del francese respinto col gomito largo, in area, da Montiel, rigore giusto, stavolta il 10 manda dall’altra parte Martinez e consegna ai suoi il 3 a 3. Al 119°, un traversone pericolassimo del solito, devastante, Mbappè, non viene spizzato da Kolo Muani e la sfera termina a lato. Sono 3 i minuti di recupero, con il 7° cambio per i francesi, fuori Koundé e dentro Disasi, mentre l’ultimo cambio per l’Albiceleste è Dybala per Tagliafico, mossa totalmente in funzione dei rigori. Ma al 122°, rischio devastante di beffa per i sudamericani, con Kolo Muani che si ritrova a tu per tu con Martinez, ma il portiere dell’Aston Villa respinge col piede sinistro il tiro a botta sicuro dell’esterno francese. Sul capovolgimento di fronte, cross di Montiel, movimento di Lautaro Martinez, che prende la palla di spalla, più che di testa, sfera a lato, azione che consegna la vittoria di questi Mondiali alla definizione dagli 11 metri, per una partita che ha visto, per la 2a volta nella storia, una tripletta di un calciatore, Mbappè; nel match finale.
Si calcia nella porta dove l’Argentina ha superato, sempre ai rigori, l’Olanda. Parte la Francia con Mbappé, destro vincente, poi Messi batte Lloris. Seconda serie che si apre con Coman, ma la conclusione del calciatore del Bayern è respinta dal Dibu Martinez, Dybala con un sinistro bruttino ma efficace segna il 2° rigore argentino. Tchouameni dal dischetto e palla fuori per il 2° errore transalpino, mentre per la Seleccion va a segno Leandro Paredes. Kolo Muani prova a tenere a galla i suoi, siglando il rigore del 4° turno ma Gonzalo El Cachete Montiel, quasi a togliersi di dosso il “peccato” del rigore causato al 117°, realizza la rete decisiva che consegna alla formazione di Scaloni il suo 3° titolo mondiale, a distanza di 36 anni dal trionfo in Messico.
Facile, forse troppo, ma doveroso, identificare il successo argentino con il 10 di Rosario, la Pulce Lionel Andres Messi, 7 reti, miglior giocatore della finale e del Torneo, ma ci sono stati protagonisti quasi impronosticabili alla vigilia, come testimoniato dagli altri premi finali assegnati ad Enzo Fernandez, miglior Under 21 e miglior interprete a centrocampo e ad Emiliano Martinez, miglior portiere. Insieme ai 3 argentini, riconoscimento ad un devastante Mbappé, che a 24 anni, con le sue 8 reti, capocannoniere del torneo e prossimo dominatore calcistico, in solitaria.
Spendiamo alcune parole per 2 allenatori, che hanno contribuito, con la loro visione di gioco, alla crescita dei talenti argentini, quindi doverosa menzione per Lionel Scaloni, alla primissima esperienza in panchina, capace in 2 anni di vincere Copa America e Mondiali, garantendo credibilità calcistica alla sua proposta di gioco, attraverso letture tattiche sempre ficcanti e poi menzione d’obbligo per Napoleon, Marcelo Gallardo, artefice del ciclo vincente del River degli ultimi anni, ambiente calcistico che ha permesso a ragazzi come Enzo Fernandez, Gonzalo Montiel ed Julian Alvarez, di formare una mentalità vincente, esportata poi nel loro approdo in Europa, dove un certo Pep Guardiola, alla vigilia della manifestazione qatariota, indicava come nel suo attaccante argentino uno dei sicurissimi protagonisti.
Si chiude la prima ed auguriamoci ultima edizione invernale dei Mondiali, con l’Argentina in estasi totale che aspetta i suoi ragazzi per un oceanico bagno di folla all’Obelisco di Buenos Aires. Tre notizie di mercato, prima di congedarci, il ritorno al Racing del Frasquito Maxi Moralez, l’approdo all’Huracan del Pata Lucas Castro ed il ritorno al River di Nacho Fernandez.
Buon anno e ci vedremo, da qualche parte, per la stagione 2023, che partirà l’ultimo fine settimana di Gennaio, con la 1a giornata del Torneo.