di Alessandro Barbati
Abbonarsi o non abbonarsi? Questo non è il dilemma
Sono anni ormai che la “minoranza” dei fiorentini, quella avversa alla società, si pone il dubbio su quale sia la miglior forma di protesta per dare un segnale alla proprietà: andare allo stadio e contestare, oppure disertare il Franchi.
Ognuno, liberamente ed in pace con se stesso ha preso, stagione dopo stagione, la propria decisione. Ogni tifoso sceglie secondo ciò che crede sia il bene per la Fiorentina.
La mia scelta è sempre stata: mi abbono!
Purtroppo, col passare del tempo, l’euforia di sottoscrivere l’abbonamento è scemata sempre più, ma non hanno mai preso il sopravvento lo sconforto e i mercati creativi.
Perché? E’ semplice, non mi arrenderò mai all’idea che la Fiorentina ce la possano portare via.
Vedere intere porzioni di stadio deserte è la più grande sconfitta di questa gestione, eppure dovrebbero ricordare quando il Franchi pulsava e spingeva il pallone in rete. Senza scomodare grandi serate di Champions come Liverpool, Lione e Bayern Monaco, ma cercando di fargli ricordare Rimini, Gualdo e il mitico spauracchio di Gubbio.
E’ passato tanto tempo e le cose sono cambiate, ormai è tardi (e inutile) cercare il dialogo con chi non ha mai voluto parlarci, ma proprio in questi momenti difficili dobbiamo dimostrare come siamo fatti.
Forse è esagerato richiamare alla mente il 17 febbraio 1530, quando Firenze sfidò il nemico assediante, giocando al calcio in livrea, ma sono proprio le radici e la storia che indicano la nostra dimensione.
Insomma, scegliere di abbonarsi, di stare vicini alla squadra è un modo per dire: Firenze siamo Noi, la Fiorentina siamo Noi.
Perché Firenze è casa nostra, perché facciamo parte di una meravigliosa comunità che ogni domenica, da più di 90 anni, si stringe intorno a 11 maglie viola su campo verde, in pratica un meraviglioso quadro che può brillare solamente con una cornice degna della sua bellezza.
Perché, fondamentalmente, Noi siamo così e: “Se un ti va bene torna a casa tua”.