DI Alessandro Barbati
Nelle scorse settimane è arrivato un nuovo difensore, Federico Ceccherini dal Crotone. Tralasciando l’aspetto tecnico e il fatto che è un altro acquisto da una squadra retrocessa, dopo Laurini e Biraghi dell’anno scorso, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata: vendono Milenkovic, altra plusvalenza.
Non accadrà… spero, ma questa stortura, che vuole essere solo un esempio tra molti, è il marchio che l’era della valle ci ha lasciato. Una stortura che si declina in plusvalenze, tifosi-commercialisti, buchi di bilancio, ridimensionamento e mediocrità.
Tutto ciò ha un minimo comune denominatore, la volontà di non fare calcio.
E’ una deriva pericolosa per Firenze e per la Fiorentina. Il periodo storico, calcisticamente parlando, non è dei migliori per potersi permettere di perdere le proprie radici e la passione della piazza, soprattutto in una città come Firenze.
Ma poi, a che prezzo? Squadra mediocre e perdita dell’appartenenza, della tradizione, quella che viene scomodata solo in extremis, quando per questa proprietà non c’è più niente da fare nel (non) rapporto coi tifosi. I 4 quartieri, Antognoni. Biechi tentativi di distogliere l’attenzione dall’assenza della proprietà.
Sono pochi e banali paragrafi che racchiudono rabbia e tristezza, anche delusione perché non è stato sempre così negli ultimi sedici anni, ma ormai abbiamo preso strade diverse. Loro hanno completato la trasformazione nello sceriffo di Nottingham e il principe Giovanni, avidi e senza cuore. Noi, sempre più impavidi, un mix fra Robin Hood e Paul Ashworth di Febbre a 90. Entrambi eroi a modo loro.
Condividere sentimenti e incertezze con voi, fratelli non per sangue, ma per fede, è secondo me fondamentale per non perdere la nostra essenza, quella minata da chi non ci conosce e non ci ha mai voluto conoscere.
Torneremo grandi ancor, liberando la Fiorentina, come l’eroe della foresta di Sherwood ha liberato la popolazione sotto il giogo dei potenti, e mantenendo la nostra coerenza, quella di Paul, quella del: “Non supereremo mai questa fase” nel nome di Firenze.