E finalmente la parola passa al campo, unico giudice inappellabile. Dopo una lunga scia di polemiche, iniziata con le scelte dei convocati di Sampaoli e passando per l’annullamento dell’amichevole a Gerusalemme, l’Albiceleste scende in campo per la 1a giornata del girone D, affrontando l’Islanda, all’esordio assoluto in un Mondiale.
Allo Spartak Stadium di Mosca, casa dei moscoviti allenati da Carrera, l’Hombrecito Sampaoli propone il consueto 4-2-3-1 con Caballero in porta, in difesa da destra El Toto Salvio, Otamendi, Rojo e Tagliafico, a centrocampo Mascherano e Biglia, davanti con Aguero terminale offensivo,relegando così in panchina il Pipita Gonzalo Higuain, troviamo in suo appoggio Di Maria, Messi e la sorpresa Maxi Meza, mentre nell’undici schierato dal selezionatore islandese, il dentista Hallgrimsson, troviamo un giocatore della nostra Serie A, il centrocampista dell’Udinese Halfredsson e 2 ex, il compagno di reparto Bjarnason, ex Pescara e Sampdoria e il terzino sinistro Magnusson, passato dalle giovanili della juventus, con esperienze anche a Spezia e Cesena.
L’arbitro, signor Marciniak della federazione polacca, dà il via al match, con l’Argentina schierata con la seconda maglia, tutta nera con inserti bianchi e celesti, mentre l’Islanda indossa una tenuta bianca: sugli spalti, la consueta verve dell’hinchada albiceleste si fa sentire, anche se un pizzico di tensione attanaglia gli stessi tifosi della Seleccion, mentre sono encomiabili i tifosi islandesi nell’incitare i loro beniamini. Il possesso palla degli uomini di Sampaoli è pressoché totale ed immediato, ma la prima occasione arriva, su palla inattiva, al 4° con un involontario tocco del difensore del City ed ex Velez Nicolas Otamendi, su punizione di Leo Messi, con palla non lontana dalla porta difesa da Halldorsson. Osservato speciale da parte della due linee di difesa e centrocampo islandesi è l’Hombre de Lepra Messi, su cui arriva sistematicamente una tripla marcatura a cercare di impedirne qualsiasi giocata, comunque all’8° su una sua punizione, il terzino dell’Ajax ed ex Independiente e Banfield Nicolas Tagliafico, sfiora il vantaggio con una girata di testa che finisce a pochi centimetri dal palo della porta islandese. Sull’azione successiva, errore in disimpegno del portiere argentino Caballero, in compartecipazione con Rojo, la palla arriva a Bjarnason, destro secco con palla fuori di pochissimo. Questa sortita offensiva galvanizza ulteriormente la tifoseria islandese, che già dai primi minuti vede la propria compagine tenere testa alla più blasonata Argentina, al 17° primo squillo della Pulga, con un sinistro potente ma centrale, respinto di pugno da Halldorsson, preludio al vantaggio che arriva al 18° con una definizione da grande attaccante del Kun Sergio Aguero, il quale intercetta un tiro rasoterra scagliato dalla tre quarti da Rojo ed in girata, col sinistro, la piazza non lontana dal 7 della porta difesa da Halldorsson. Al 21°, tiro a rientrare col sinistro di Messi, con parata agevole del portiere islandese ma, sul capovolgimento di fronte, arriva il pari nordico con Finnbogason, che conclude a rete un’azione iniziata da Bjarnason sulla destra, sul cui cross Caballero va letteralmente a vuoto, palla a Sigurdsson che prova un tiro, deviato dal portiere argentino, sulla cui respinta si fa trovare pronto l’attaccante islandese, di proprietà dell’Augusta, squadra della Bundesliga, che gonfia la rete, regalando al proprio popolo la gioia del primo gol in un Mondiale. L’Argentina accusa il colpo dell’immediato pareggio, che riporta il tema tattico dell’incontro sui binari consoni al progetto tattico islandese, infatti da qui alla fine del primo tempo, registriamo soltanto una velleitaria conclusione di Biglia al 32°, mentre l’Islanda si fa vedere al 44° con un gran tiro di Sigurdsson, ben deviato da Caballero, mentre al 45°, su azione iniziata da una rimessa laterale, che come gittata equivale ad un calcio d’angolo, battuta dal capitano nordico Gunnarsson, il solito Sigurdsson ci prova col destro, con palla a lato e, dopo un minuto di recupero, le squadre vanno al riposo sul punteggio di 1 a 1. Nell’Argentina, quasi impalpabile El Fideo Angel Di Maria, mentre sul versante opposto, buona l’intesa tra i 2 esterni, l’ex Lanus Eduardo Salvio, nell’inedito ruolo di esterno basso ed il talento dell’Independiente Maxi Meza, schierato da Sampaoli, nonostante lo sectticismo della critica.
La ripresa vede le squadre schierarsi con gli stessi 22 della prima frazione, il primo cambio lo effettua Sampaoli al 53°, schierando inspiegabilmente Banega per Biglia, lasciando intatta la tipologia di interpreti a centrocampo, dove sarebbe invece servito un giocatore terribilmente più rapido, come ad esempio Giovani Lo Celso del PSG. Il match si incanala sul leit motif del primo tempo, con il possesso palla reiterato della Seleccion, che non porta però a nessuna conclusione degna di nota, ma al 62° il match può cambiare di nuovo volto, grazie al rigore concesso dall’arbitro Marciniak, per un netto fallo di Magnusson su Maxi Meza, sul dischetto si porta Leo Messi, che però calcia facilmente a mezz’altezza, poco angolato, favorendo così la respinta di Halldorsson, che allontana il pericolo del nuovo vantaggio albiceleste. Non certo il miglior modo di rispondere,da parte del talento del Barcellona, ai 3 squilli del “rivale” Cristiano Ronaldo, subito decisivo in Spagna – Portogallo, infatti il peso dell’errore dal dischetto lo condizionerà inevitabilmente per il resto del match, nonostante un gran tiro all’81° che va a millimetri dal palo della porta nordica. Adesso però, ci vorrebbero gli innesti decisivi dalla panchina e Sampaoli si sveglia, secondo il nostro modesto avviso, troppo tardi, proponendo solo al 75° il cambio Di Maria – Pavon, con il Kichan del Boca subito pericoloso con la sua effervescenza, sfiorando persino il nuovo vantaggio all’86° con un tiro cross, deviato in allungo sulla sua sinistra da Halldorsson, mentre 2 minuti prima era giunto il turno del Pipita, entrato in campo al posto del positivo Meza ma, neanche nei 5 minuti di recupero, la manovra argentina riesce a concepire azioni significative, facendo chiudere i giochi al 95° sul punteggio di 1 a 1 e facendo partire le aspre polemiche sulla gestione tattica del match, da parte di Sampaoli, che deve anche scontare la scelta, per noi modesti commentatori, assolutamente incomprensibile, di puntare su Caballero in porta, a scapito del portiere più in forma e dal miglior rendimento in stagione, come l’arquero del River Plate, Franco Armani.
Nel lasciarvi ai riflessi filmati del match, Vi diamo appuntamento a venerdì, quando analizzeremo il secondo match della Seleccion, ormai una sorta di dentro o fuori, contro la Croazia, che ha regolato per 2 a 0 la Nigeria.