L’Iconic Stadium di Losail era il teatro della prima semifinale di questa edizione dei Mondiali, in cui si affrontavano Argentina e Croazia. Il ct sudamericano Lionel Scaloni si presentava con un 4-4-2, davanti al Dibu Martinez in porta, da destra Molina, Otamendi, Romero e Tagliafico, a centrocampo sempre da destra, De Paul, Enzo Fernandez, Leo Paredes e Mac Allister, davanti Leo Messi e Julian Alvarez. I croati di Mister Dalic, nel classico 4-3-3 con Livakovic tra i apli, in difesa Juranovic, Lovren, Gvardiol e Sosa, trio mostruoso a centrocampo con Modric, Brozovic e Kovacic, davanti ai lati di Kramaric, Ivan Perisic e Mario Pasalic.

Agli ordini dell’arbitro Daniele Orsato, prende il via l’incontro nella solita bolgia orchestrata dagli hinchas albiclelestes. Per Capitan Messi, 25a presenza in un Mondiale, raggiunge così il grande Lothar Mattheus. La consueta fase di studio iniziale vede un quasi totale possesso palla croato, con capitan Modric direttore d’orchestra totale, mentre l’Argentina si mantiene guardinga, ma non troppo rintanata. I ritmi non altissimi, ai quali i croati dovrebbero invece attingere per poter impensierire la Seleccion, caratterizzano questa fase di gioco, in cui i 2 principi del gioco, Messi e Modric, mettono in mostra la loro sconfinata potenza calcistica, fatta da un possesso palla quasi irreale, in cui nessun avversario riesce a togliere loro la sfera. Al 24°, primo tiro in porta, lo scocca il solito totale Enzo Fernandez, destro insidioso dell’ex River e Livakovic respinge, distendendosi sulla sua sinistra. Al 31°, prima svolta del match: notevole verticalizzazione di Fernandez per Julian Alvarez, l’Arana si invola verso l’area, conclude con un pallonetto, ma viene affrontato in gioco pericoloso da Livakovic in uscita, il quale allarga troppo la gamba destra. Rigore solare, giallo per il portiere croato, che non può nulla sulla conclusione di Leo Messi, sotto la traversa, per il vantaggio argentino, 11a rete per la Pulce in un Mondiale, che stacca così El Camion Gabriel Omar Batistuta.Al 39°, con ancora i croati incapaci di una qualsivoglia reazione, arriva il raddoppio dell’Albiceleste, stavolta fa tutto Julian Alvarez che, dopo un’azione di corner per la Croazia, parte in contropiede, dalla propria metà campo, su appoggio di Messi, volata verso la porta, con ben 2 rimpalli a favore e destro che batte Livakovic in uscita. Al 42°, angolo di Messi, testa di Alexis Mac Allister, balzo felino di Livakovic che evita la terza capitolazione. Al 45°, si affacciano i croati per la prima volta dalle parti del Dibu Martinez, ma Pasalic si trova in offside, sul cross di Juranovic, deviato da Tagliafico. Dopo 5 minuti di recupero, termina il primo tempo, con la Seleccion avanti 2 a 0.

Ripresa che inizia con 2 cambi per la Croazia, fuori Sosa e Pasalic, dentro Orsic e Vlasic, con passaggio alla difesa a 3. Al 48°, destro di Paredes, centrale, facile per Livakovic. Al 50°, 3° cambio croato, fuori per infortunio muscolare Marcelo Brozovic, dentro Petkovic, autore del pareggio contro il Brasile. Qualche errore di troppo, da parte degli argentini, in fase di ripartenza, permette ai croati di installarsi stabilmente nella metà campo avversaria, senza però creare chissà che grattacapi alla difesa argentina, soprattutto perché il ritmo della giocate è estremamente basso. Al 57°, azione stilosissima tra Messi ed Enzo Fernandez, conclusione del 10, che Livakovic respinge sul 1° palo. Al 61°, primo cambio per Scaloni, fuori Paredes e dentro Licha Martinez. Al 62°, punizione di Modric, respinta corta del Cuti Romero, poi Dibu Martinez libera coi pugni. Solita, devastante, prestazione, di Enzo Fernandez, realmente ovunque, in fase di impostazione, in fase di rottura e persino lanciato in alcune sortite offensive. Al 69°, gioco partita incontro con la 3a rete sudamericana, Messi si invola sulla corsia di destra, ubriacando la difesa croata con giocate “maradoniane”, in particolare porta a spasso Gvardiol, in assoluto il miglior centrale di difesa della manifestazione, entrato in area, cioccolatino per Julian Alvarez, piatto destro e delirio sugli spalti. Quarto cambio croato, fuori Kramaric e dentro Livaja. Al 73°, sì leggete bene, al 73° primo tiro nello specchio della porta da parte della Croazia, con una punizione dai 30 metri di Perisic, sinistro rasoterra, agevole per Martinez. Al 74°, 2° e 3° cambio nella Seleccion, fuori De Paul ed un applauditissimo, con merito, Julian Alvarez, dentro Exequiel Palacios e la Joya Paulo Dybala, al suo esordio in questo Mondiale. Al 77°, destro di Orsic, palla alta. All’80° ultimo cambio per i croati, fuori Modric e dentro Majer. Da sottolineare, la prestazione estremamente sorprendente del terzino sinistro ed ex capitano dell’Ajax Nicolas Tagliafico, mai messo in difficoltà nel suo settore di competenza e che, inoltre, ha garantito una buona spinta in fase offensiva. All’82°, azione di Dybala, sfera a Mac Allister, sinistro del giocatore del Brighton, palla di poco fuori. All’85°, la maggior occasione di tutta la partita per la Croazia, angolo battuto da Majer, spizzata di testa di Perisic, Lovren non ci arriva di pochissimo, sul 2° palo. All’86°, ultimi 2 cambi nella Seleccion, fuori Molina  e Mac Allister, dentro Foyth ed Angelito Correa. Cinque i minuti di recupero, in cui non accade più nulla, triplice fischio di Orsato a certificare la solida vittoria dell’Argentina, mai realmente in affanno. Dopo 8 anni, la selezione sudamericana sarà nuovamente protagonista di una finale mondiale, augurandosi un esito diverso da quello del 2014, vedremo chi sarà la sua avversaria, che scaturirà dalla sfida tra Francia e Marocco. Dispiace, nel post partita, dover riportare le lagne dei croati, in merito al rigore del vantaggio argentino, apparso totalmente solare. Appuntamento, pertanto a Lunedì, con il resoconto della finale, che sarà anche l’ultima partita in un Mondiale per Leo Messi, come lo stesso rosarino ha annunciato in conferenza stampa, dopo la semifinale