Proseguono i Mondiali in Qatar ed all’Iconic Stadium di Losail va in scena una sfida realmente iconica, per riallacciarci al nome dell’impianto che la ospitava, ovvero Olanda contro Argentina.
Van Gaal dispone gli Orange in questo modo: Noppert in porta, dietro Timber, Van Dijk ed Aké, a centrocampo sulle fasce Dumfries e Blind, al centro Frankie De Jong e De Roon, Gakpo alle spalle di Depay e Bergwijn. Lionel Scaloni, per timore della fisicità olandese, rinforza le fasce della Seleccion, optando per la difesa a 3, davanti a Dibu Martinez, con Otamendi, Romero e Lisandro Martinez, Acuna e Molina sugli esterni, solito terzetto di centrocampo con Enzo Fernandez perno centrale, mezzali De Paul e Mac Allister, Leo Messi ed Julian Alvarez davanti.
Agli ordini dell’arbitro spagnolo Mateu Lahoz, comincia l’incontro, nella solita cornice sonora garantita dal pandemonio degli hinchas argentini. Tipica fase di studio iniziale, con l’Olanda che si fa vedere con un maggior possesso palla, senza sbocchi offensivi, mentre la selezione sudamericana rimane molto compatta tra i reparti, con Messi impegnato a divincolarsi dalla gabbia del centrocampo orange, Al 22°, primo tiro in porta, proprio del 10 argentino, dopo un bel dribbling su De Roon, palla alta. Al 24°, uno-due Bergwijn – Depay, sinistro del calciatore del Barcellona, palla a lato. Gran duello tra Julian Alvarez e Van Dijk, con l’Arana che non teme minimamente il confronto con il difensore del Liverpool. Al 33°, azione dell’Argentina, palla da Molina a Mac Allister, sfera che giunge a De Paul, piatto destro del calciatore dell’Atletico Madrid, centrale blocca Nuppert. Al 35°, la Seleccion passa in vantaggio, azione sulla destra di Molina, passa che arriva a Messi, illuminante verticalizzazione no look col sinistro e sfera che torna all’ex Udinese, il quale appoggia con l’esterno destro ed infila Noppert in uscita, per il suo primo gol con la camiseta albiceleste. Al 39°, Messi, in area, braccato dalla difesa olandese, si gira col destro, palla debole e centrale, tutto facile per Noppert. Cinque i minuti di recupero, per un primo tempo con l’Argentina avanti 1 a 0 su un’Olanda, stranamente afasica dal punto di vista fisico, con il debordante, fin qui, Denzel Dumfries, letteralmente cloroformizzato dalla catena di sinistra della Seleccion, Licha Matinez, Alexis Mac Allister e Marcos Acuna.
Ripresa che si apre con i primi 2 cambi nell’Olanda, Van Gaal lascia negli spogliatoi Bergwijn e De Roon per Berghius e Koopmeiners. Nonostante l’inferiorità nel punteggio faccia pensare ad un’Olanda più lanciata nel recuperare la partita, la selezione nord europea non fa assolutamente nulla per invertire il trend, merito di un’Argentina estremamente presente, il cui faro assoluto resta sempre la Pulce di Rosario, ben coadiuvato da un supporting cast di livello, in cui spicca ormai da tempo, nonostante la poca esperienza in nazionale e la giovane età, classe 2001, la figura dell’ex River Enzo Fernandez, vero e proprio todocampista, capace di partire come vertice basso e primo costruttore di gioco, per poi tornare nel corso del match verso quei territori intermedi da mezzala, che Napoleon Gallardo gli ha riservato nell’ultimo anno ai Millionarios, proiettandolo così agli occhi dei top club europei e favorendone l’approdo al di là dell’Atlantico, al Benfica. Gli uomini di Scaloni hanno in mano il pallino del gioco, Messi palla al piede non sembra nemmeno umano, nessuno riesce a togliergli la sfera , se poi arriva al tiro, su punizione, i rischi di subire un altro gol sono altissimi ed il calciatore del Psg ci va vicinissimo al 63°, con un sinistro che sale di pochi millimetri sopra la traversa. Al 64°, 3° cambio orange, fuori Blind, dentro Luk De Jong, al 66° primo cambio nell’Argentina, fuori uno sfinito De Paul, sempre impattante dal punto di vista fisico in entrambe le fasi e dentro Leo Paredes, con conseguente spostamento di Enzo Fernandez al ruolo di mezzala destra. Al 71°, nuovo turning point del match, azione sulla sinistra di Acuna, che nei pressi del braccetto corto dell’area di rigore, sterza sul destro, gabbando Dumfries che ingenuamente allunga la gamba, toccando il calciatore del Siviglia, coronando così una prestazione altamente insufficiente, Mateu Lahoz non può che assegnare un sacrosanto rigore, trasformato con freddezza da Leo Messi, per il 2 a 0. Raramente vediamo esultanze anche solo lievemente eccessive del 10 di Rosario, stavolta Leo però si porta le mani alle orecchie, rivolgendosi esplicitamente verso il capo della panchina olandese, che nelle dichiarazioni della vigilia, ha alzato, da par suo, il livello delle provocazioni, riferendosi ad una prestazione incolore dello stesso Messi nella sfida dello scorso mondiale brasiliano, tra le due squadre. Fatto sta che la Pulce mette a segno il suo 10° gol in un mondiale, eguagliando così il record per la Seleccion detenuto fin qua in solitario dal Camion de Reconquista Gabriel Omar Batistuta, scatenato nella tribuna autorità, insieme a tanti ex calciatori come Pupi Zanetti, El Cuchu Cambiasso, Valdanito Crespo, Juanpi Sorin, mentre sempre posato ed elegante El Matador Mario Kempes. Al 77°, 2 cambi nell’Argentina, fuori Acuna e Romero, dentro Tagliafico e Pezzella, nell’Olanda fuori Depay in ombra e dentro il gigante Weghorst. All’80°, scatto in profondità di Julian Alvarez, lanciato da Mac Allister, azione del calciatore del City, cross al centro, ma la difesa orange smorza la sforza, consentendo la presa a Noppert. All’81°, 4° cambio nell’Albiceleste, fuori proprio Julian e dentro Lautaro Martinez. All’82°, dopo una partita di praticamente nulla totale, arriva in modo totalmente inaspettato il 2 a 1 olandese, cross dalla destra col mancino di Berghius, testa dell’altro neo entrato Weghorst, Dibu Martinez non estremamente reattivo ed Olanda che ritorna in corsa. All’84°, potente sinistro di Berghuis, palla che termina sull’esterno della rete. Ancora una volta, come era successo nell’ottavo contro l’Australia, l’Argentina non chiude definitivamente i conti, esponendosi al rischio di un forcing finale dell’avversaria. Ben 10 i minuti di recupero, per via dei cambi e delle situazioni di tensione, non sempre gestite al meglio dal fischietto spagnolo, troppo dialogante con i calciatori, salvo poi ammonirne più di una decina, a dispetto di azioni oltre il regolamento, come ad esempio una “rivolta” di petto di Van Dijk ai danni di Paredes, passata totalmente impunita. Siamo quasi al termine del recupero, allungato da altri 90 secondi, palla a campanile quasi al limite dell’area argentino, Paredes sta chiaramente aspettando di farsi travolgere da Weghorst alle sue spalle e prendere la punizione che decreterebbe la fine dell’incontro, ma ci si mette una sciagurata azione di disturbo di Pezzella, che affossa il centravanti olandese, regalando una pericolosa punizione agli Orange. Geniale schema, ideato dalla truppa di Van Gaal, palla bassa in area di Berghius per Weghorst, l’attaccante si gira e manda un sinistro sul 2° palo per l’incredibile 2 a 2, totalmente impensabile fino a pochi minuti prima, in virtù del nulla più assoluto, mostrato da un’Olanda in completa balìa della Seleccion, ma “this is football”, per cui mini riposo e tutti pronti per i tempi supplementari.
Nel primo extra time non accade letteralmente nulla, l’Olanda punta dichiaratamente ai calci di rigore, mentre la Seleccion deva ancora riprendersi dalla beffa del pari da ultimo. Il 2° tempo supplementare si apre con un cambio di Scaloni, fuori Molina e dentro El Cachete Gonzalo Montiel. Al 108° sinistro di Messi, alto. Al 111°, sesto ed ultimo cambio per i sudamericani, fuori Lisandro Martinez e dentro El Fideo Angel Di Maria, mentre l’ultimo cambio olandese è Lang per Gakpo. Al 114°, azione sulla destra di Montiel, cross al centro, girata a botta sicura di Lautaro Martinez, sulla traiettoria a portiere fuori causa, Van Dijk ci mette il petto e regala un corner, che poi non ha esito. Al 115°, sinistro di Enzo Fernandez, deviazione che fa impennare il pallone, portiere un’altra volta fuori causa, ma la sfera sale quanto basta per terminare oltre la traversa e quindi in angolo. Di Maria va alla battuta, altro tentativo di gol olimpico, ma Noppert non si fa sorprendere e respinge ancora in corner la sfera. Al 118°, sinistro da fuori di Lautaro, Noppert respinge. Al 119°, Messi da fuori ci prova col sinistro, palla deviata in corner. Sugli sviluppi, palla che arriva ad Enzo Fernandez, destro del centrocampista argentino, Noppert in fase di preghiera, che viene ascoltata, perché la sfera bacia il secondo palo, graziando ancora una volta un’Olanda, poco presente in quasi tutto l’incontro, rimasta in partita solo grazie a 2 giocate di numero, quindi la definizione di questo quarto di finale avverrà dagli 11 metri. Cominciano gli Orange con capitano Van Dijk e subito protagonista Dibu Martinez, che respinge in allungo la conclusione del difensore, mentre per l’Argentina va a segno Messi. Seconda serie di rigori e seconda gran parata di Martinez, stavolta su Berghuis, Paredes va a segno per i suoi, che si portano avanti di 2 gol. Si presenta sul dischetto il centrocampista dell’Atalanta Koopmeiners, che non sbaglia, così come Gonzalo Montiel. Quarto round che inizia con Weghorst, che va a segno, così adesso l’Argentina ha ben 2 match point per chiudere i giochi, ma Enzo Fernandez manda a lato, scalfendo soltanto di pochissimo la solita immensa prestazione, per cui diventa decisiva l’ultima serie. Luk De Jong non sbaglia, quindi è tutto in mano all’ultimo rigorista argentino, dagli 11 metri si presenta El Toro de Bahia Blanca Lautaro Martinez, destro secco del centravanti dell’Inter, che così diventa protagonista in positivo in questo Mondiale, dove fino ad ora aveva faticato, rete decisiva e Seleccion che passa in semifinale, dove affronterà la Croazia, che sempre ai rigori ha eliminato i favoritissimi brasiliani. Appuntamento a Mercoledì, per il report della semifinale, che vedrà l’Albiceleste priva di 2 pedine importanti, i diffidati ed ammonti, quindi squalificati, Acuna e Montiel. A fine partita, è emersa la notizia dell’addio di Van Gaal alla panchina olandese.