Inizia il cammino mondiale della Seleccion di Lionel Scaloni, inserita nel gruppo C insieme ad Arabia Saudita, Messico e Polonia.
Il primo incontro, disputatosi all’Iconic Stadium di Losail, vedeva opposte la squadra sudamericana ai verdi sauditi, guidati in panchina dal santone francese Hervé Renard, capace di vincere ben 2 Coppe d’Africa, di cui una altamente iconica con lo Zambia nel 2012.
E proprio l’allenatore francese riesce ad erodere gli ingranaggi dell’Albiceleste, in cui soprattutto a centrocampo, si verificano situazioni tecniche per nulla congrue al valore dei calciatori. Infatti Scaloni presenta, davanti a Dibu Martinez, una difesa a 4 con da destra Molina, Otamendi, Romero e Tagliafico, a centrocampo Paredes vertice basso, con De Paul e Papu Gomez a completare il reparto, davanti Di Maria, Leo Messi e Lautaro Martinez. Primo tempo con occasioni per l’Argentina, in evidenza il portiere saudita Al Owais, ma si ha la sensazione che gli uomini di Baires non siano concentrati al 100%, anche perché Renard non aspetta passivamente nella propria metà campo, anzi difende molto alto, togliendo punti di riferimento consueti, anche se può far poco contro un Di Maria che sembra essere in palla. Nonostante le palesi difficoltà, la Seleccion passa su rigore al 10° con Messi, ma apre la ripresa con un uno-due micidiale dei verdi, pari al 48° di Al-Shehri e vantaggio al 53° di Al-Dawsari, dopo dormite colossali in difesa, in cui brilla, in negativo, il Cuti Romero. Scaloni prova con dei cambi, dando anche più vivacità davanti con l’ingresso dell’Arana Julian Alvarez, soprattutto togliendo Romero e Tagliafico, tra i più in difficoltà, ma il forcing, nemmeno così tanto arrembante, produce poco e quel poco è neutralizzato dal portiere saudita, pertanto il match termina con la sconfitta dell’Argentina per 2 a 1, risultato realmente epocale per i valori generali delle due formazioni.
Dopo l’allucinante prestazione contro l’Arabia Saudita, al di là di inevitabili polemiche, relative anche a scelte di formazione quanto meno discutibili, la Seleccion si trova davanti ad un bivio decisivo e sulla sua strada arriva il Messico, allenato dal Tata Martino e che vede nella sua rosa il naturalizzato El Mellizo Rogelio Gabriel Funes Mori. Scaloni attua alcune varianti, per cui con Dibu Martinez in porta, difesa a 4 con Montiel, Otamendi, Lisandro Martinez ed Acuna dietro, a centrocampo Guido Rodriguez ed Alexis Mac Allister centrali, con De Paul e Di Maria larghi, davanti Leo e Lautaro. Primo tempo molto bloccato, con il Messico a distruggere i tentativi di manovra dell’Argentina, pertanto ne esce un incontro molto spezzettato, senza azioni significative. Nella ripresa, Scaloni gioca la carta Enzo Fernandez, inspiegabilmente senza minuti contro l’Arabia Saudita, a discapito dello stato di forma galattico nei suoi primi mesi al Benfica e la manovra ne giova in maniera incredibile, anche se il vantaggio arriva con una delle solite magie della Pulce, Lionel Andres Messi, un sinistro chirurgico da fuori area, sul quale Ochoa proprio non può nulla. Raddoppio all’ 87°, su rimessa laterale palla a Messi, che serve Enzo Fernandez, dribbling ad un avversario e destro sul 2° palo, per il delirio degli hinchas argentini presenti in massa all’Iconic Stadium di Losail. Termina l’incontro con il 2 a 0 per la Seleccion, con il Messico praticamente fuori e tutto ancora da decidere, per la qualificazione, nell’ultimo incontro contro la Polonia di Lewandowski e compagni.
Stadio 974, Doha, Qatar: queste le coordinate dell’ultima partita del girone, quella decisiva, tra Polonia ed Argentina: i polacchi si presentano, imbattuti, con 4 punti, mentre la Seleccion a 3. Scaloni schiera così i suoi: in porta Dibu Martinez, in difesa da destra Molina, Otamendi, Romero ed Acuna, a centrocampo a furor di popolo dal 1° minuto Enzo Fernandez con De Paul e Mac Allister, davanti Messi e Di Maria insieme alla grande novità Julian Alvarez, al posto del Toro Lautaro Martinez. Bolgia totale in Qatar, pare di essere in uno dei Colossei calcistici argentini, con gli hinchas albicelestes scatenati, per assistere alla partita numero 999 da professionista della Pulce di Rosario con il numero 10 sulle spalle. Fin da subito, l’11 sudamericano si impossessa della sfera, iniziando un’opera di sfiancamento sulla doppia linea di difesa della Polonia, grazie a continui cambi di fronte per mettere uno contro uno da una parte El Fideo Di Maria, dall’altra il non proprio elegantissimo, tecnicamente parlando, Marcos Acuna. Al 28°, azione sulla destra, voleè di Julian Alvarez, prima delle tante respinte di Szczesny, palla che arriva ad Acuna, sinistro dal limite dell’area, fuori di un soffio. Al 32° Di Maria sfiora il gol olimpico, ma sempre Szczesny è attento e concede un nuovo corner. Al 37°, primo turning point del match, con l’arbitro olandese Makkelie richiamato al Var dopo un’uscita errata di Szczesny che, sullo slancio, colpisce poi Messi. Rigore assegnato alla Seleccion, Leo sul dischetto, ma il portiere polacco respinge con la mano di richiamo. Ancora l’estremo difensore della Juventus si supera per respingere una conclusione dell’Arana Julian Alvarez, sfera che carambola su Enzo Fernandez e ritorna tra le braccia di Szczesny. Monologo totale della Seleccion in questa prima frazione, con Fernandez e Mac Allister dominatori assoluti a centrocampo. Tre i minuti di recupero, per una prima frazione che termina sul punteggio di 0 a 0.
Ripresa che parte senza cambi per l’Albiceleste ma con la rete del meritato vantaggio, dopo appena un minuto, grazie all’onnipresente Alexis Mac Allister, che manda in rete col destro un cross basso di Nahuel Molina, palla che bacia il secondo palo e buca Szczesny, non proprio reattivissimo, anche se dobbiamo sottolineare che senza il proprio portiere, i polacchi sarebbero stati già ampiamente sotto nel punteggio. Ci aspetteremmo una reazione da parte della selezione europea ed invece no, torpore generale ed Argentina sempre concentrata, alla ricerca del raddoppio. Al 58° due cambi, fuori Di Maria e Acuna, dentro Paredes e Tagliafico. Ancora Szczesny, stavolta su una conclusione di sinistro di Mac Allister, ma al 67° arriva il raddoppio sudamericano, incursione del solito debordante Enzo Fernandez, palla ad Julian Alvarez, destro dell’Arana nell’angolo alto e partita ormai in cassaforte per i ragazzi di Scaloni. In pratica, si instaura una melina a centrocampo fino al termine del match, da segnalare le seguenti sostituzioni, fuori Julian Alvarez, Enzo Fernandez e Mac Allister, dentro Lautaro Martinez, l’ex capitano della Fiorentina Germàn Pezzella e Thiaguito Almada. I polacchi ormai sono solo concentrati sulla sfida tra Messico ed Arabia Saudita, con la Tricolor del Tata Martino avanti 2 a 0, quindi pari in differenza reti, ma sotto nella classifica del Fair Play, 6 ammonizioni contro 4. La sfida di Doha volge al termine, con il 2 a 0, strettissimo nel punteggio, per l’Argentina, che guadagna il primo posto nel gruppo C e negli ottavi sfiderà l’Australia, mentre la Polonia si qualifica come seconda, andando così “in bocca” alla Francia, approfittando anche del gol del 2 a 1 arabo, con il match che si chiude con questo punteggio a favore del Messico, quindi differenze reti migliore per Lewandowski e compagni, finale che porta così all’addio il tecnico argentino del Messico Martino.
Venendo alle notizie sul “fronte interno”, altro dramma umano che coinvolge l’Atletico Tucuman, dopo il suicidio del Morro Garcia, la tragica scomparsa, in allenamento a causa di un infarto per l’appena 22enne difensore colombiano Balanta, in prestito dal Deportivo Cali. Per quanto riguarda i tecnici, confermato Ibarra al Boca anche per il 2023, mentre il Central Cordoba annuncia Madelon, ex Arsenàl. Per i giocatori, Pepe Sand prolunga fino a Giugno 2023 l’accordo col Lanus, Cristaldo dell’Huracan in Brasile al Gremio, mentre l’ex Milan Cristian Zapata rescinde con il San Lorenzo, nonostante un altro anno di contratto e ritorna, per motivi familiari, in Colombia.
Vi lasciamo alle immagini delle 3 partite della Seleccion nel gruppo C e vi diamo appuntamento a Domenica, per il resoconto dell’ottavo di finale contro l’Australia.
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