Ennesimo pareggio. Ennesima prestazione inconsistente in attacco. Ennesimi cambi. Ennesimi commenti a fine partita. Ennesime provocazioni societarie alla vigilia. È passato anche l’impresentabile (calcisticamente) scoglietto Bologna. Questa sequela di pareggi, se ci pensate bene, è la sintesi perfetta della filosofia societaria. Come ammesso anche dal tecnico Pioli, non si vince da 5 partite, ma non si perde nemmeno da 6. Il pareggio come specchio della ambizioni della ACF Fiorentina. Come rettificó mirabilmente tramite stampa il presidente esecutivo , siamo “moderatamente” ambiziosi. Non si vincerà nulla però siamo in serie A da tredici anni. In questo contesto in cui i pochi che inveiscono contro i proprietari vengono ripresi dal resto dello stadio si inseriscono le parole del direttore generale in settimana. Fanno arrabbiare certo, ma visto con i suoi occhi, e relativamente all’ambiente quasi impossibile dargli torto. A tutti i “ma se vanno via chi ci compra”, oppure ai più iconici “comprala te” o agli “anche quest’anno ci s’ha una bella squadrettina” ripropongo un articolato quesito a cui non ricevo risposta da due anni. Ai fratelli Della Valle fummo consegnati per scelta politica dopo il fallimento (ergo non ci hanno mai salvati) ad una cifra irrisoria. Dopo aver riacquistato anche il nome ed i trofei, hanno investito circa 200 milioni che riprenderanno quando la cederanno. Prima di avere la Fiorentina la loro esposizione mediatica era irrilevante. La pubblicità che ne hanno ricavato è difficilmente quantificabile, sicuramente pari ad investimenti di centinaia di milioni. Sono stati condannati, e noi assieme a loro, per calciopoli con sentenza definitiva passata in giudicato. Non ci hanno dato una sede, non hanno fatto un vero centro sportivo, non hanno fatto uno stadio nuovo. Non ci hanno fatto vincere nulla. Ma esattamente di cosa dovremo ringraziarli?