La Fiorentina esce sconfitta dal San Paolo di Napoli nell’anticipo pomeridiano della 4ª giornata di Serie A, la terza per i ragazzi di Pioli in attesa del recupero di mercoledì contro la Sampdoria. Prima sconfitta stagionale dunque, di misura e per 1-0 dopo un match non bello, ma tirato e combattuto fino al gol di Insigne al 78°. Anche se maturata nel finale di gara questa sconfitta è una logica conseguenza di un secondo tempo troppo remissivo della Fiorentina, dopo un primo tempo nel quale il Napoli faticava a trovare le trame di gioco grazie anche all’attenzione tattica dei ragazzi in maglia viola che poco o niente avevano concesso agli azzurri di Carletto Ancelotti. Sostanziale parità all’intervallo, stesso numero di tiri in porta (6), possesso palla leggermente a favore del Napoli, com’era però anche logico che fosse con i partenopei chiamati a fare il match dopo la dura sconfitta contro la Samp prima della sosta. Pioli decide per lo stesso assetto tattico che aveva portato due vittorie in due partite, unica importante variante il rientro di Veretout in mezzo al campo dopo aver scontato le giornate di squalifica nei primi due match stagionali. Fase difensiva col solito 4-1-4-1 che spesso diventava anche 5-4-1 con Chiesa “costretto” a ripiegare per la spinta degli esterni napoletani e Milenkovic che si stringeva nei centrali a far compagnia a Pezzella e Vitor Hugo, Biraghi il solito appoggio sinistro al centrocampo, Gerson e Benassi ai lati appunto del rientrante Veretuot. Forse la chiave del match è stata proprio qui, con i dubbi sollevati prima della sosta e che tali sono rimasti dopo questa sconfitta, per carità quasi indolore, ma che pur sempre sconfitta resta. Il dubbio legittimo se perdere la spinta dalla mediana di Veretout e farlo comunque rientrare non ha dato esiti positivi. E’ mancato infatti lo strappo in avanti visto lo scorso anno dalla mediana, quello che alla Fiorentina di Pioli è necessario per ricucire l’eccessiva distanza dalla squadra e l’unico terminale offensivo, Simeone. Toccava ancora a Gerson fare le veci di Vertout, ma il brasiliano ex Roma non è stato all’altezza del francese visto la scorsa stagione e Veretout forse non è così tagliato per quel ruolo delicato e decisivo davanti alla difesa, almeno non con questi compagni di reparto. Dire oggi che Edmilson poteva partire ancora titolare con Veretout e Benassi è forse facile esercizio, ma Gerson poteva tranquillamente servire in corso d’opera, quando magari il Napoli si fosse stancato e lo svizzero era stato comunque autore di buone prestazioni nelle prime due giornate. Eysseric piacevole sorpresa e per me migliore in campo, ha corso, rincorso e provato ad accentrarsi nella spinta per favorire l’avanzata al cross di Biraghi. Molto bene nel primo tempo il redivivo transalpino, un gran tiro dai 30 metri che per poco non piega le mani a Karnezis. La sua prestazione però dura un’ora e poi si spenge come tutta la squadra nella ripresa, “aiutata” dai cambi di Pioli che non danno mai la convizione di provare a fare qualcosa di diverso dall’ordine e dall’attenzione che sono fondamentali certamente, ma che se ci si limita a quelli non possono portare alla vittoria, se non casuale. Con questo atteggiamento al massimo porti via un punto e forse il più grosso rammarico è quello di aver trovato un Napoli non in grande spolvero, con pochi spettatori al seguito (15-17.000 in quello stadio erano veramente pochi) e che veniva da una cocente delusione prima della sosta. Forse (condizionale d’obbligo) con una cattiveria diversa, dettata anche da qualche inserimento che potesse far crescere la squadra sotto l’aspetto mentale e temperamentale, il risultato poteva anche essere diverso, o anche se fosse  arrivata lo stesso la sconfitta avrebbe sicuramente lasciato meno amaro in bocca per averci almeno provato. Non che a questa Fiorentina si possa chiedere di andare a fare la partita fuori casa contro il Napoli, ma magari una mezz’ora di Pjaca, o riportare Veretout alla spinta lo si poteva provare. Così è andata e una sconfitta al San Paolo rientra nelle cose ordinarie del calcio, non deve generare  malumore ma può comunque servire per aggiustare il tiro sotto l’aspetto tattico a questa squadra. Perché attenzione e ordine sono fondamentali in un impianto tattico, ma poi serve per forza trovare il modo di accendere la fase offensiva, non lasciare sempre solo Simeone a prendere randellate e basta, questo ragazzo va assistito e inserito nella manovra, non portarlo mai alla conclusione in oltre 90 minuti è il più grosso limite di questa squadra e forse anche di Pioli. Chiesa è ancora troppo poco attaccante e più centrocampista di fascia, ma così lasciamo lontano dalla porta almeno 10-15 gol, per me inconcepibile. Tocca al mister trovare la quadratura di una squadra che sembra sempre in bilico fra sogno e realtà, il sogno di un tridente Pjaca-Simeone-Chiesa, la dura realtà di un 5-4-1 troppo sterile e senza alcuna fantasia, con 30 metri di campo fra la mediana e l’unica punta. Qualcosa si deve e si può fare, mercoledì contro la Samp può essere l’occasione giusta per trovare soluzioni diverse dal solito ordine tattico mostrato fin qui dalla Fiorentina in questo inizio di campionato.

Antonio F.