Archiviata la terribile stagione 2018 con un inutile ottavo posto, riaprono le porte del calciomercato, il terzo consecutivo sotto le mani di Pantaleo Corvino dopo il suo ritorno in maglia viola. E’ stata una stagione tremenda per la scomparsa del capitano Davide Astori, da incorniciare purtroppo non c’è proprio niente. Anzi qualcosa c’è, ma va nettamente al di là del risultato sportivo e ne avremmo tutti fatto volentieri a meno: l’unità di un gruppo che si è suo malgrado ritrovato a gestire un finale di stagione che sembrava non avesse alcun senso e che invece ha portato questi meravigliosi ragazzi a lottare per l’Europa fino all’ultima giornata. Tutto sotto il segno di una tragedia enorme che porteremo per sempre nei nostri cuori e nella nostra storia. Questi ragazzi hanno dato oltre quello che era immaginabile, si sono dimostrati uomini di grande spessore davvero, guidati da un tecnico forse non eccelso come Stefano Pioli, ma anch’egli dimostratosi enorme condottiero. Poi c’è il ritorno alla realtà, dura e terribile senza Davide, che apre doverosamente profonde riflessioni sia tecniche che tattiche, ma anche sul reale valore di questa rosa nel suo complesso. Per Corvino sarà quasi una sorta di “anno zero” nella costruzione della nuova Fiorentina che dovrà lottare per i primi 6 posti, dopo aver “eseguito” alla perfezione le linee guida societarie nell’estate del 2017. Oggi crediamo e speriamo che non esistano più buchi di bilancio da ripianare o accantonamenti per comparti “non sportivi” da inventarsi. E’ qui che misureremo le reali capacità di un DS ritenuto appunto perfetto dalla società guidata da Cognigni, visto anche il rinnovo di due anni a cui il Mago di Vernole è stato sottoposto subito dopo la conclusione della scorsa sessione di mercato. Oggi c’è da valutare bene il reale valore di una rosa più volte ritenuta da Pioli sia corta nell’uso dei titolari, sia sbilanciata come valori tecnici. Lo ha ribadito con fermezza in questi giorni il mister che vuole e pretende due giocatori per ruolo, non di più, ma che siano dello stesso valore. Per tenere su un gruppo intero ovviamente, per farlo crescere durante tutta la stagione e perché possa contare sulle alternative ed evitare illogici quanto necessari spostamenti perché non si fida delle seconde linee. C’è da valutare attentamente se quello che hanno fatto questi ragazzi è dovuto al loro valore tecnico o se hanno tirato fuori molto di più per la tragica scomparsa del Capitano. Sarà un mercato difficile perché ci vorranno idee vere di calcio, non più “occasioni” economiche e basta. Questa squadra non ha bisogno di 2-3 rinforzi importanti e basta come sento e leggo da molte parti, ma quasi di una mezza rivoluzione. Sempre che gli obbiettivi societari siano cambiati dallo scorso anno ovviamente, che siano cioè da quest’anno rivolti solo ed esclusivamente all’aspetto tecnico. Qui la fiducia di tutto l’ambiente viola in Corvino forse non è completa, ma sarà anche la sua ultima occasione di far vedere e valere le proprie competenze calcistiche della sua trentennale carriera (ricordiamo, Casarano, Lecce, Fiorentina e Bologna), che forse non l’avrà portato a lavorare nelle più importanti squadre italiane ed europee (i motivi sceglieteli voi), ma che gli hanno procurato la fama di talent scout importante. Non vorrei che alla fine fosse ricordato solo per qualche “corvinata” (che si può leggere in positivo e in negativo) più che per la reale capacità di costruzione di una rosa con ambizioni calcistiche. Ce lo farà vedere, stiamo aspettando e possiamo fare solo quello. Le idee calcistiche appunto e il valore della rosa. Un doppio filo al quale sarà legato Pantaleo Corvino per allestire la nuova Fiorentina che verrà. Pronti via col mercato estivo ed ecco che la Fiorentina ha già perso l’ennesimo capitano dopo G.Rodriguez, Borja Valero: Milan Badelj ha già salutato tutti dopo la scadenza di contratto…sembrava che la vicenda Astori (dal quale Badelj aveva ereditato la fascia) potesse aver cambiato le carte in tavola, ma i sentimenti, come quasi sempre accade nel calcio, hanno lasciato il campo ad accordi che forse erano già stati presi ben prima di tutta quella vicenda. Allora forse non era il calciatore più adatto a finire la stagione da capitano della squadra. E allora anziché presentare offerte tardive e chissà perché più basse di quelle in possesso del croato, ci si doveva pensare prima se ritenuto un calciatore fondamentale per la Fiorentina. Insieme al portiere (Sportiello non verrà riscattato, non convince i tecnici) il centrocampista centrale sarà uno dei tasselli più importanti da stabilire in questa rosa. Saranno certamente gli acquisti fondamentali di tutta la rosa. Date per scontate le conferme di Veretuot e Benassi ci sarà da sistemare il terzo componente della mediana, quel centrocampista centrale così importante nel 4-3-1-2 o 4-3-3 a cui si affida da sempre Pioli. Che non necessariamente dovrà essere un regista, ma che dovrà avere le caratteristiche giuste per integrarsi con gli altri compagni di reparto. Dabo è già una buona alternativa, ma occorreranno altre due calciatori visto che Cristoforo non rientra nei piani del tecnico e che Eysseric e Saponara sono due trequartisti. In porta potrebbe avere una possibilità l’ottimo Cerofolini della Primavera, magari con un secondo d’esperienza ma valido tecnicamente, il tutto per una soluzione low cost. Il resto della difesa dovrà cambiare molto nelle alternative, forse anche in un paio di titolari. Queste le valutazioni tecniche da fare per impostare il reparto arretrato. Milenkovic, Pezzella e Vitor Hugo saranno i centrali (vi prego cortesemente di non accostare mai più il serbo agli esterni bassi, grazie) magari Hristov dalla Primavera potrebbe essere il quarto, ma siamo sicuri che Biraghi e Laurini possano essere i titolari di una squadra che possa puntare all’Europa? E soprattutto che Olivera e Bruno Gaspar possano ancora far parte di questa rosa anche solo come alternative? Adesso ci vogliono le idee calcistiche dopo aver valutato esattamente cosa abbiamo e dove vogliamo arrivare, ma questo è il compito di Pantaleo Corvino, il talent scout che non ha mai lavorato per squadre importanti in 30 anni di carriera e che finora, dal suo ritorno a Firenze è stato bravo solo nell’eseguire i diktat societari. Ora però è tempo di calcio vero, i discorsi finalmente sono finiti e le risposte le deve dare questo Direttore Sportivo. Nei prossimi articoli invece, proveremo a parlare più dettagliatamente di ogni reparto, attacco compreso (la questione Chiesa, la seconda punta), delle possibili mosse di mercato della Fiorentina in relazione al valore tecnico della squadra, delle esigenze di Stefano Pioli e degli obbiettivi societari.
Antonio F.