di Tommaso Baldi
Non soltanto i giocatori argentini sono tra i principali protagonisti del calcio internazionale, negli ultimi anni anche molti tecnici hanno fatto le fortune delle loro squadre, anche al di fuori del territorio argentino, tra questi dobbiamo per forza citare il caso del Tigre Ricardo Gareca.
Da calciatore, a cavallo tra anni ’80 e primi ’90, fu un grosso centravanti che segnò a raffica con le maglie di Velez e Boca, anche se in parecchi si ricordano(o gli rinfacciano, a seconda dei punti di vista) il trasferimento dagli Xeneizes agli odiati cugini Millionarios del River Plate nel 1985: nella sua carriera va inoltre citata un’esperienza triennale nell’America de Cali, in Colombia, anch’essa condita da numerose segnature. Smessi i panni di calciatore, il passo per diventare allenatore fu assai breve, ma per la consacrazione dovette aspettare il 2009, quando tornò al Fortìn di Liniers per diventare allenatore del Velez: con l’equipo di Buenos Aires, el Tigre vinse il Clausura 2009, ricordato più che altro per il furto sportivo commesso ai danni dell’Huracan di Angel Cappa,il Clausura 2011, l’Inicial 2012 e la Super Final 2013 contro il Newell’s, trionfatore nel Final 2013.
Tantissimi i talenti lanciati da Gareca, tra cui molti passati dall’Italia, come per esempio el Frasquito Maxi Moralez, la Maravilla Ricky Alvarez e l’ex Lazio e Fiorentina Maurito Zarate, citiamo anche uno dei centravanti più promettenti che forse non ha mantenuto tutte le aspettative che venivano riposte in lui, ovvero Facundo el Chucky Ferreira, ormai da anni allo Shakthar Donetsk.
Finita l’esperienza al Velez, nel 2014 passa al Palmeiras in Brasile ma dura poco e nel 2015 viene chiamato dalla selezione peruviana come nuovo allenatore degli Andini. E qui riesce a ridare linfa vitale ad una nazionale che, grazie alle sue idee tattiche, ha lottato con i grandi colossi continentali nelle qualificazioni a Russia2018, riuscendo a bloccare per ben 2 volte la più quotata Albiceleste, con addirittura lo storico pari per 0 a 0 della Bombonera. Ma non è stato per niente facile il cammino durante le qualificazioni,infatti dopo le prime 7 giornate, la squadra andina era penultima a soli 4 punti, poi nelle restanti 11 giornate ha conseguito ben 19 punti, frutto di 5 vittorie, 4 pareggi e sole 2 sconfitte. Con il suo 4-4-2 rivisitato dai tempi del Velez, quando godeva di un enganche tutto estro e velocità come el Frasquito Moralez, el Tigre ha portato il Perù, grazie anche al pari con la Colombia nell’ultima giornata del girone sudamericano, alla conquista dello spareggio con la Nuova Zelanda, che vede favorita la compagine peruviana, ormai assente dalla fase finale di un mondiale da Spagna82. Merito, oltre che della guida tecnica, anche della esperta coppia d’attacco formata da Paulo Guerrero e Jefferson Farfan, entrambi classe 1984, vecchi marpioni delle aree di rigore, passati anche dall’Europa. Da segnalare anche la presenza nello staff del Tigre del più grande giocatore di calcio peruviano della storia, El Maestro Norberto Solano, uno dei registi migliori di tutto il Sudamericano, un vero e proprio mago sui calci piazzati.
Vi lasciamo con un video celebrativo in cui sono riportati alcuni momenti topici della vita calcistica del Tigre, sia da calciatore che poi da allenatore…